Ho questa fertilità nel non produrre
niente
Il sapore che non sa di nulla
Il sapore del non sapore
Dico le parole
Come il rosario le donne alla Benedizione
Parole transegniche
Stragonfie di vuoto
E di aria ribollita
Sento di essere uguale
Ripetitivo
Monotono
Noioso a me stesso
Con questa fissa dell'acido
Dell'assenza e della inutilità della esistenza
Messaggi forti da non dire
Da tenersi dentro
E che però da qualche parte devo depositare
Come un escremento quotidiano
Sempre più opaco
Trasparente
Cupo e delitescente
Con la paura interna di propormi a qualcuno
Con questa cosa che rompe
*****
Sì, ho poco da dire
Dico poco o niente col mio spleen di provincia
Sul taccuino della disidentità
Parlo solo con me
Sto andando verso l'autismo
E poi sempre le stesse considerazioni
Noia continua
Insoddisfazione perenne
Acido nelle budella
Secrezioni di niente dalla mente
Questo vedere tutto uguale
Tutto che si ripete
Compresi gli strazi
Nous ippopotami a sbadigliare
Come la collega
Che non ha mai voglia di fare la lezione
Stanchi da sempre
Stanchi di tutto
Anche le vie sempre uguali
E le parole
Seguono il rito del mangiare
Del dormire
Dello sbadigliare
Sempre uguali
Più a se stesse uguali
Autoreferenziali
Oh finalmente un termine difficile
Nella piccola prosa degli stenti
Dell'autocommiserazione nichilistica
Oh l'intellettuale che si sbatte
A manca e a destra
Continuamente stufo della mediocrità sua
Di sinistra
Tutto è uguale ormai
Sempre più uguale
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