Il
pensiero di Luigi Pareyson nella filosofia contemporanea.
Recenti Interpretazioni, a cura di Giuseppe Riconda
e Claudio Ciancio, Trauben 2000
"Le nuove generazioni di
ricercatori che non sono stati direttamente suoi allievi"
dialogano attorno alla dorsale del pensiero di Pareyson,
constatandone la continuità interna e la ulteriore
fertilità per il contemporaneo.
Eccetto la voce di dissenso
di Giametta Sossio - "Libertà o non-fondamento
è un mito deteriore della mitologia" (Sossio,
p.190) - le speculazioni convergono sui grandi temi: primo
fra tutti quello della Libertà, che vive la propria
evoluzione nel processo formativo (per utilizzare un lessico
pareysoniano!) della sua filosofia.
Nell'Estetica si incontrano Weiss, che attribuisce all'Ermeneutica
un'origine estetica, Di Chiara, che attribuisce all'arte
una costituzione morale, Russo, che coglie la analogia tra
l'opera e la persona
come "auto-opera", Bagetto
che trasporta fuori dell'estetica l'iniziativa del processo
(di incarnazione) tra forma formata e forma formante.
Interpretano l'ermeneutica Weiss e Longo che oppongono alla
ragione dimostrativa l'Andenken, nell'ermeneutica del mito,
come Testimonianza dell'inesauribile, Russo, Sega e Ciglia.che
riconoscono l'interpretazione come forma di conoscenza,
mediata dall'ossimoro di recettività e attività,
che Sega declina personalisticamente attraverso la Befindlichkeit,
oltre Gadamer ed Heghel ("die Person spricht"
e ancora: "Sein, das verstanden werden kann ist Form
" (Sega, pag. 74) Il rischio del fallimento fa vibrare
di insecuritas il tragico anche nell'ermeneutica (Ciglia
e Sega).
La forma, pur circoscritta, esprime un infinito inesauribile;
la verità ultima è la trascendenza divina
abissale di Kierkegaard, Jaspers, Barth; la "vocazione
universalistica" ha un carattere ontologico, oltre
il conoscitivo, (tre le componenti: storico, personale,
veritativo ontologico); la verità è sorgente
(origine, scaturigine), germoglio ("rampollo"incessante),
luce che per abbondanza acceca e si sottrae alla visione
(Ciglia), (Furnari sottolinea la presenza senza figura dell'essere);
la libertà della verità è di entrare
e uscire dalle forme storiche (Ciglia). L'essere, in quanto
potere di regolazione, non è di per sé un
valore (Furnari).
Con Di Chiara pongono l'accento sull'etica Modica e Tomatis.
La scelta etica è scelta come libertà ed è
scelta di libertà (scelta di sé precisa Furnari):
l'individuo (al tempo stesso originale e universale) è
compito a sé (Modica); attraverso l'iniziativa, nel
rapporto tra essere e liberta è salvata la persona
(Di Chiara). Nell'esistenza coincidono antinomicamente autorelazione
ed eterorelazione, tempo ed eternità, relazione ed
irrelazione ed è l'irrelativo a porre la relazione.
L'autotrascendenza morale muove lo scarto tra l'etica e
l'esperienza religiosa (Tomatis); infatti un'etica autonoma
non sarebbe in grado di perdonare (Furnari). Il salto mortale
nell'abisso della fede è oltre il principio di non
contraddizione o la mediazione, nella tensione di un paradosso
che, nella libertà, rischia lo scacco (Scheitern)
(Modica, Russo, Di Chiara). Tre livelli di etica: l'etica
della scelta, (incentrata sulla persona), l'etica della
testimonianza (l'ermeneutica) e l'etica della sofferenza
dell'ontologia della libertà (Modica). Pareyson ripercorre
la iniziativa come "poter dover essere " di Guzzo,
che si incarna in attività, attraverso la abitudine
che aderisce ad una norma, contemporaneamente perentoria
e trasgredibile (Di Chiara). Il valore della morale è
temporale, in quanto attualizzantesi nella storia e intemporale,
in quanto atto della Libertà verso la trascendenza
(Di Chiara); la Norma è scoperta, l'inventività
riguarda la sua applicazione (Furnari): non che l'uomo crei
essere e verità, ma li interpreta (Russo).
L'interpretazione in chiave etica dell'ermeneutica non oggettiva
più un Dio-Valore-Persona, ma si converte in Testimonianza
(Furnari).
"L'etica è possibile
solo come ontologia della libertà" (Longo),
non la Libertà senza fondamento cui è condannato
il per-sé di Sartre, ma l'agostiniano: "ama
et fac quod vis" (Furnari).
La Libertà radicale è libertà prima
della Libertà (Dio-prima-di Dio), inizio non preceduto
da Nulla
non dal Nulla attivo: il non-essere iniziale
è "inerzia relativa all'essere-libertà"
(p.121) (meontologia); l'essere-libertà, che è
contatto col Nulla secondo un vincolo originario, nell'inizio
sceglie per una possibilità che apre l'alternativa
della vittoria del nulla (Longo): la libertà originaria
situa il male..in Dio! (Furnari). L'essere si eventualizza
al di fuori di una struttura metafisica: solo se c'è
Dio c'è il male (Longo); la creazione è kenosis:
autolimitazione (Weiss), l'origine è Abgrund, Ungrund,
Dono-Evento che si consegna al mito (Sega): un "lasciar
essere la realtà" (Weiss, Longo, Giametta).
La libertà dell'uomo è libertà al consenso
al dono, risposta all'appello dell'incommensurabile (Tomatis):
il Tragico risiede anche in questa scelta
scelta della
dialettica diadica di Kierkegaard, sostenuta dalla insecuritas
(Furnari)
il faut choisir! (Sega). L'ambiguità
dell'uomo interrompe il logos espiandosi nella sofferenza,
che è inutile solo relativamente al singolo innocente,
ma solidaristicamente colpevole della caduta-ribellione
adamitica, sino alla consofferenza col redentore, nella
theologia crucis (Russo, Furnari, Giametta, Bagnetto).
ma se "il destino
dell'uomo è l'espiazione" la filosofia della
libertà non rischia di convertirsi in "sostanziale
filosofia dell'illibertà"? problematizza Giametta;
controbatte Weiss "Il Dio debole di Vattimo è
forse più umano dello sconcertante Dio ambiguo e
arbitrario di Pareyson, ma non comprende in sé la
realtà del Male di Giobbe". Il tragico ribalta
l'ateismo (Furnari, Russo, Weiss). L'ateismo deriva da un'erronea
interpretazione della stessa tradizione teologica che trova
inizio in Anselmo con un progetto di Ragione che riduce
l'essere a quidditas (Weiss): "
ma quale fondamento?
Nient'altro che una tensione" che è Apertura
scaturita da mancanza (Furnari).
E' alla "tentazione del
nostro secolo", quella del Nichilismo, che Pareyson,
non condividendo la pars construens di Nietzsche (Di Chiara),
ma neppure la morte di Dio, contrariamente ad Heidegger
(Furnari), al di là del pensiero di fondazione deve
dare una risposta: cercando una nuova "oggettività"
eppure ulteriore (Bagetto)... "l'ermeneutica, connotata
in senso tragico (scommessa di Pascal) diventa così
l'antidoto" (Sega).
Interventi citatati
1. Sossio Giametta, Sull' Ontologia
della Libertà.Il male e la sofferenza (179/191).
2. Martin Weiss, L'ontologia dell'inesauribile come superamento
dell'ontologia della presenza. Aspetti estetici, gnoseologici
e religiosi (91/108).
3. Alessandro Di Chiara, Introduzione all'etica (37/46).
Autore di L'iniziativa.Il pensiero etico di Luigi Pareyson,
Il Melangolo, 1999
4. Francesco Russo, Autorealizzazione e ambiguità
dell'uomo (109/114). Autore di Esistenza e Libertà,
Armando Editore, 1993
5. Luca Bagetto, Il processo della forma (157/164).
6. Rosaria Longo, La radicalizzaione della libertà
nella originarietà della scelta (165/178). Autrice
di: L'abisso della libertà, Franco Angeli 2000
7. Roberto Sega, Originalità e attualita dell'ermeneutica
di Pareyson (69/89)
8. Francesco Paolo Ciglia, Sorgente germoglio e luce, la
comprensione della verità nella ermeneutica pareysoniana
della maturità (47/68). Autore di: Ermeneutica
e libertà, Bulzoni 1995
9. Marianna Gensabella Furnari, Ai conini dell'etica: legge
morale ed esperienza religiosa (125/156). Autrice di I
sentieri della libertà, Guerini scientifica 1994).
10. Giuseppe Modica, L'etica di Kierkegaard secondo Pareyson
(11/36). Autore di Per un ontologia della libertà,
Cadmo 1980
11. Francesco Tomatis, Inizio e scelta (115/124).
In: AA.VV., Il pensiero di Luigi
Pareyson nella filosofia contemporanea. Recenti interpretazioni,
a cura di Giuseppe Riconda e Claudio Ciancio, Trauben 2000.
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