Il Circo Soluna è apparso
davvero, o forse solo in uno dei miei sogni, forse un anno
forse due anni fa, in una di quelle giornate d' Agosto in
cui fa tanto caldo che pare che l'asfalto si sciolga in
nuvole, si stacchi da terra e ambisca al cielo.
Basterebbe il fatto che è arrivato su un carro trainato
da due cavalli bianchi per rendere assolutamente surreale
questa storia, e farla somigliare ad una di quelle favole
che i bambini non vogliono più ascoltare, ma sarebbe
forse troppo scontato e banale, e conforme alla regola,
invece ciò che tanto mi ha colpito è che il
circo Soluna è arrivato da Friburgo con una roulotte
di legno con le finestre arabescate, due cavalli due oche
due capre un cane vestito da drago che lasciava il suo seme
in tutti i paesi, sei nani una donna e un gigante biondo.
Lo giuro!
C'era anche un pianoforte tutto giallo.
Il gigante si aiutava con i trampoli, e annunciava lo spettacolo
-bellissimo e alla luce dei soli lampioni, il circo Soluna
non ha riflettori- accompagnato dai suoi sei figli.
Non so come facessero a vivere nella roulotte tutti e otto,
nè come un uomo così giovane e una donna così
magra abbiano trovato il tempo di fare tanti figli da portare
per il mondo. E anche lui era così magro! Quando
ho camminato sul suo petto, perchè lui era diventato
fachiro e io per un attimo la sua assistente felice, ho
potuto sentire tutte le sue costole attraverso la suola
delle scarpe.
Sul vecchio camion blu, anche quello uscito dai sogni di
un Fellini teutonico, tanto vecchio che ci hanno spiegato
di non appoggiarci, che già una volta ne era caduto
un pezzo sotto il peso stanco di un anziano, c'erano tanti
animali, tutti in coppia come nell'arca di Noè. Non
so se fosse perchè si riproducessero o perchè
fossero felici.
L'ho visto per due sere lo spettacolo del Circo Soluna,
con la bocca aperta che ti si secca la gola, con gli occhi
da bambina stupiti, e una sensazione terribile addosso,
di straniamento, perchè ho potuto sentire il tempo
fermarsi e poi continuare più lento. Ho visto delle
vite che erano pura poesia, un uomo e una donna e i loro
figli, come folletti di una favola, che vivevano come avevano
voglia di vivere senza preoccuparsi di quanto dicesse loro
il calendario.
L'uomo che era stato gigante, con un cappello di cartone
tinto di nero è salito su una vecchia carrozzina
trasformata in automobile, spinto dalla donna bionda che
era stata principessa, e con quella viaggiava nel tempo,
annunciando con una canzone che sapeva di Blues " la
macchina...del tempooo"
E scoprivi che quel gruppo di pazzi sapeva fare anche satira,
e la macchina si fermava in mezzo alle crociate, e in India
dove c'erano gli inglesi cattivi, oltre ai fachiri, e in
America, dove un prestigiatore, viaggiatore nel tempo, cercava
di accoltellare il malvagio Colombo.
E la cosa bellissima è che i nani sapevano camminare
sul filo - come il bambino che mi accompagna i miei viaggi,
ma questa è un'altra storia-, e far volteggiare i
birilli nell'aria e giocare con il diablo e suonare lo xilofono.
Perchè al circo Soluna non ci sono registratori,
e quando senti la musica o c'è un omino che suona
lo xilofono o l'uomo biondo che suona il pianoforte giallo.
Io non so cosa gli altri abbiano visto in quello spettacolino
da bambini, cosa abbiano sentito in quelle risate buone,
ma per me è stato sconvolgente vedere queste meravigliose
persone che hanno assolutamente scelto la loro vita, che
hanno deciso di solcare il mare con i loro animali per regalare
un sogno di sera d'estate nei piccoli paesi sardi, di crescere
così i loro bambini, fottendosene della modernità
dei cellulari dei computer.
Mi ha scosso come una mano che ti sveglia nel sonno vedere,
capire, che si può decidere, si può determinare
da soli la propria vita.
E passato l'incanto dolce dei loro giochi, ho pianto, perchè
io sono abituata a far scorrere il tempo sul mio corpo,
e spesso non mi tuffo e aspetto che sia una pioggia sottile
a bagnarmi, mi lascio decidere.
Invece si può, si deve scegliere.
Si può anche essere folli, il Gigante lo sa.
|