ALMANACCO DELLA
CRUDELTA'
La filosofia,
prima di ogni altra definizione dotta, è amore per
la realtà
In
ricordo di Italo Valent, di
Andrea Tagliapietra. "Per Italo Valent fare filosofia
era come partecipare a una festa. La festa dei filosofi è
la festa del pensiero. Oggi che, dopo una fulminea e implacabile
malattia, in una sera di febbraio, Italo ci ha lasciati, questa
festa continua e lui sarà sempre tra gli invitati più
cari, in un posto di riguardo, ma discreto e modesto, com'era
nella sua natura"
Prospettive
di lettura del Tractactus logico-philosophicus di
Wittgenstein: annotazioni rapsodiche
Di Martino Cambula. Continua dal numero precedente (XAOS. Giornale di confine,
Anno I, n. 3, 2002/2003) la riflessione sull'opera filosofica
di Wittgenstein, intessuta di paradossi. Che cosa c'è
dietro certe formule dense del Tractatus, di gusto e di
sapore ontologico, a tratti perfino parmenideo? C'è
una nostalgia o malinconia metafisica, o una sommersa teoria
dell'essere?
La
danza del corpo
Di Umberto Galimberti. Nella
danza il corpo incarna le produzioni del senso simbolico
o per confermarle nella ritmicità rituale, o per
dissolverle nella frenesia orgiastica. Ciò e' possibile
perchè nella danza il corpo abbandona i gesti abituali
che hanno nel mondo il loro campo d'applicazione, per prodursi
in sequenze gestuali senza intenzionalità e senza
destinazione che, nel loro ritmo e nel loro movimento, producono
uno spazio e un tempo assolutamente nuovi, perché
senza limiti e senza costrizioni.
Sull'impossibilità
di essere realisti o antirealisti.
Critica all'epistemologia
genetica e normativa
Di Sebastiano Ghisu. Una prima parte sarà dedicata alla critica dell'epistemologia
genetica. Si tratterà di analizzare la questione
del rapporto tra lingua e realtà, lingua e teoria,
teoria e realtà. Quest'ultimo punto - il rapporto
tra teoria e realtà - comprende anche un'analisi
della problematica realismo/antirealismo. La seconda parte
rappresenta una critica all'epistemologia normativa, in
particolare al falsificazionismo, mentre la terza parte
ha per oggetto l'assenza di una teoria generale della razionalità.
Il
volto del potere
Di Andrea Tagliapietra.
Giocando d'anticipo con la morte, il potente indossa una
maschera funeraria, cancella preventivamente la sua identità
nei tratti di un volto che non ammette differenze. Del resto,
se queste apparissero egli sarebbe irrimediabilmente perduto,
perché tutti apprenderebbero, proprio in quell'istante,
le prove della sua sovrana impostura.
Verso
la festa. (Variazioni sul preambolo del Simposio)
Di Italo Valent. Se il banchetto
appare visibilmente un'espressione eccellente dell'esser-'insieme'
(tant'e che vi si svelerà il segreto prodigio dell'amore,
della verità come amore), l'esser-'insieme' nel mangiare
e bere appare di soppiatto l'espressione eccellente dell'
"essere". Intanto, tra i convenevoli e le curiosità,
anche Apollodoro e gli amici hanno cominciato a stare insieme.
Ci si risolve a stare insieme per domandare e rispondere
di un altro stare insieme. La synousia è già
all'opera in tutta la sua potenza, nel suo avvitamento più
silenzioso.
L'INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Il
Vescovo della storia e una sua amicizia atipica
Di Nicola Marotta. Sono un terribile e temibile uomo qualunque, ma, per fortuna,
nella mia vita ho avuto contatti umani straordinari; a volte
li ho vissuti coscienti, altre volte li ho riscoperti elaborando
i ricordi del mio passato...
PROSPETTIVE
In
merito alla tematica proposta nel precedente numero di XÁOS
- "Cinema e Filosofia. L'immagine in movimento"
- si pubblicano gli interventi: Cinema
e fisica. Un'estetica all'insegna del transito
Di Antonio Manca. Hegel prefigurò
il cinema come effetto della dissoluzione dell'arte romantica.
La macchina da presa assume su di sé l'indifferenza
dell'artista per la realtà e gli consente di darne
un'interpretazione tutta soggettiva, mostrandola in modo
assolutamente obiettivo grazie alla sua neutralità.
Nel cinema contemporaneo la macchina entra in gioco col
campo di energia costituito dal set, partecipando di un
sentire puramente fisico e assumendo il ruolo di interfaccia.
Eppur
si muove!
Di Giusy Nieddu. Il cinema "descrive il movimento" (kinema
graphein). Ciò, di cui, al livello del logos, si
deve tacere, accade, sullo schermo cinematografico che,
in quanto espressione artistica, risponde alle domande della
filosofia con ulteriori aperture. Il rimando metalnguistico
implica una comunicazione alta, paradigma che esclude la
misurazione del valore artistico secondo il successo di
cassetta
In un'ambiguità situata all'interno del limite tra
virtuale e attuale, il nuovo illusionismo del digitale traccerebbe
un'ultima via di fuga dalla disillusione.
Pier
Paolo Pasolini: solitudine, vita, cinema, morte
Di Francesco Pala. La divorante e ossessiva parabola di Pier Paolo Pasolini,
esiliato dal proprio tempo, estraneo all'amata immediatezza
del reale, trova nel cinema la massima soluzione creativa,
tra inconscio e vita, onirico e sacro, in grado di attenuare
una solitudine ontologica immedicabile, mentre la morte
è ad un passo.
Il
Fotogramma di Dio. Note sul cinema di Ingmar Bergman
Di Alessandra Pigliaru. La maestria di Bergman sta nell'essere riuscito a produrre
nel film (all'interno del quale mai niente è casuale)
una perfetta coesione tra forma e contenuto: ciò
comporta che il significato sia "presente" o nel
modo in cui i fotogrammi si susseguono o nel porre l'attenzione
su un'inquadratura specifica nella quale più che
l'evidenza delle cose se ne può trovare la "cifra".
INTERSEZIONI
Aldanes. Di Francesco
Ballone.
Soluzioni
estreme
Di Salvatore Manca.
La tensione si dissolve presto nella lettura della poesia
di Salvatore Manca, il Canto disarmonico è compreso
solo nel concludersi dell'opera e traspare allora il significato
ultimo. "Soluzioni estreme", propone una poesia
introspettiva nella quale l'elaborazione della società
non dà adito a dubbi o diverse considerazioni.
L'etica
originaria: il problema morale nella filosofia di Martin
Heidegger
Di Andrea Piras.
Nella sterminata letteratura critica su Martin Heidegger
sorprende come un problema come quello etico abbia ricevuto
così poca attenzione rispetto ad altre questioni
considerate più essenziali. Tenteremo di vedere quali
siano i "luoghi" all'interno dell'opera di Heidegger
in cui è maturato il pregiudizio secondo il quale
la questione morale sarebbe stata "tralasciata"
o "snobbata" dal pensatore tedesco. È quindi
nostra intenzione intraprendere una ricerca volta alla determinazione
di questo presunto disinteresse, individuando invece in
alcune opere del filosofo tedesco alcuni nuclei tematici
strettamente legati alla domanda "che fare?",
cioè connessi al problema fondamentale dell'etica.
La
parola imprigionata. Pessoa, Jabès, Bernhard e la
scrittura
Di Giuseppe Pulina.
Può la scrittura raccontare la morte o diventare
essa stessa esercizio di morte? Pessoa, Jabès e Bernhard
propongono tre modi di raccontare il mondo giunto alla fine
dei suoi giorni. Vero inchiostro apocalittico, piccola deriva
solipsistica di un mondo che osa a stento affidare ad un
dio le sue ultime chanches di salvezza. Ammesso che solo
un dio possa in realtà salvare ciò che non
pare nemmeno votato ad un destino di dannazione.
Varie ed
Eventuali. Di
Josephine Sassu.
Il
linguaggio e la parola: cenni sul pensiero di Maria Zambrano
Di Maria Barbara Spanu. La chiara influenza del pensiero occidentale, in
particolare l'esistenzialismo mediato dal maestro Ortega
Y Gasset, si mescola nel pensiero di Maria Zambrano alle
circostanze della sua vita: il suo essere spagnola, immersa
nella cultura della sua terra, la guerra civile conclusasi
con il regime del generale Franco, l'esilio durato circa
40 anni.Tutto questo rielaborato in maniera originale nel
tentativo di avvicinare la filosofia alla vita dell'uomo
nella sua totalità, a partire dal linguaggio che
deve rispecchiare tutta la complessità e contraddittorietà
ma anche l'inesauribilità in cui si realizza l'esistenza
dell'individuo.
PERCORSI
MIRÒ:
APPUNTI DELOCALIZZATI SU DI UNA NUOVA MEDIALITA' DELLO SPAZIO
La tradizione. Il Linguaggio. La forma precipita nel contenuto
Di Giuseppe Marcone. Le prime due incursioni che costituiscono la prima parte di
un percorso di scavo estetico in tre momenti, mirano a riflettere
esteticamente sullo spazio, tentando di aprire orizzonti di
senso nella percezione della dimensione spaziale a partire
da Mirò e oltre il moderno.
Tali due incursioni partono dal rapporto di Mirò con
il linguaggio tradizionale ed il surrealismo come estraniazione;
lo legano ai problemi della visione e a partire dalla seconda
incursione il discorso si disloca nella questione contenuto-
forma. Una strada al limite si è aperta.
DOSTOEVSKIJ:
LA BELLEZZA, IL MALE, LA LIBERTÀ
Quale Bellezza
salverà il mondo? L'Idiota di Dostoevskij e un difficile
enigma
Di Andrea Oppo.
È un percorso filosofico-teoretico diviso in tre parti
all'interno del pensiero di F. M. Dostoevskij, seguendo altrettante
tematiche-chiave del grande scrittore russo: la Bellezza,
il Male e la Libertà. Attraverso la lettura dei tre
grandi romanzi della maturità (L'Idiota, I Demoni e
I Fratelli Karamazov) e le analisi che i suoi più grandi
interpreti, specialmente in Russia, hanno dato di lui, questo
percorso si propone di rintracciare, dentro alcune idee e
analogie ricorrenti, le più autentiche sorgenti filosofiche
di un autore al quale, secondo Nikolaj Berdjaev, "forse
la filosofia ha insegnato poco, ma la filosofia ha molto da
imparare da lui". LIBRI
Lo schermo
del pensiero. Cinema e Filosofia di Umberto Curi
Di Graziella Barmina.
Temi classici della storia della filosofia occidentale affrontati
con uno strumento non convenzionale. Con questo approccio,
tuttavia non emerge l'aspetto del cinema come grandioso strumento
di fare spettacolo con un linguaggio non tradizionale, ma
viene sottolineata la sua somiglianza alla rappresentazione
teatrale. Non si considera, dunque, la diversità e
specificità del cinema rispetto ad altre forme di poesia
ma si mette in evidenza l'elemento che lo conserva tra le
forme poetiche classiche.
Per
un primo giorno di scuola.
Lettera a una professoressa di
Antonio Pigliaru
Di Michele Cuccu. Il dialogo di Pigliaru con l'altro è un
dialogo sempre aperto verso l'altro, per l'altro. Aperto
alla sua critica, alla sua libera riflessione, anzi vivo
stimolo di riflessione per l'altro. Non è un dialogo
concludente, conclusivo, non è un insieme di ricette
preconfezionate e preordinate. E' "indicare" un
percorso, una via. Compito del filosofo è "indicare",
proporre, non imporre.
Omar di Pasquetta
Basciu
Di Alessandra Tilocca.
Il viaggio è un percorso interiore che comporta una
progressiva scoperta del sé, un sé che emerge
anche quando tutt'intorno non c'è niente, come nel
deserto e che approda al riconoscimento dell'unicità
fra microcosmo interiore e macrocosmo sociale. In altri
termini è la scoperta di un "mondo senza confini"
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