Più volte ho pensato
alla possibilità che un prodotto artistico possa
contenere in se, ed eventualmente emanare allo spettatore,
una parte consistente della vita di chi l'ha prodotta. Non
ho però mai cercato una risposta certa, inequivocabile;
mi sono invece soffermata sull' aspetto più formale
di tale meccanismo mettendolo più volte in scena.
Molti miei lavori sono stati concepiti e costruiti come
forma amplificata delle mie fantasie e delle mie paure ma,
forse nella stessa misura, sono stati imbastiti su quelle
che percepisco come certezze altrui, o il mitico immaginario
collettivo che dir si voglia.
Uno dei miei ultimi lavori è una serie, non ancora
conclusa, di autoritratti sotto forma animale SPECCHIO DELLE
MIE BRAME.
E' di questi giorni la notizia che presto sarà possibile
eseguire il trapianto di faccia; è ormai consolidata,
se non tecnicamente almeno teoricamente, l' idea della clonazione
umana (pare che la già popolosa Cina sia piuttosto
impegnata in questo versante della ricerca scientifica).
Il mio ritrarmi in molteplici forme è certamente
legato a questi aspetti della contemporaneità che
amplificano, e spesso esasperano, la già illimitata
possibilità che ogni essere umano ha di raccontarsi.
Formalmente i miei referenti artistici sono però
certi: i cicli di vizi e virtù ed i bestiari medioevali,
La processione delle vergini di Sant'Appollinare a Ravenna,
L'esercito di terracotta cinese, le Dee Madri del neolitico
mediterraneo. A questa schiera di nobilissime falsarighe
artistiche si aggiungono, forse a pari merito, suggestioni
più profane, tratte direttamente dal mio vissuto
quotidiano; appartengo alle prime generazioni cresciute
con la televisione e, probabilmente, molto prima di aver
mai sentito parlare di Mirò di Botticelli o di Duchamp,
ho visionato per ore ed ore Spazio 1999, Goldreik, i Barbapapà....e,
in tempi molto più recenti, mi sono soffermata anche
sulle ultime generazioni di cartoni come Pokemon.
Spesso l'uomo ha accompagnato la sua immagine, o la sua
sublimazione, alla figura animale: pensiamo ad alcuni dei
egizi o alle maschere di certe popolazioni primitive; anche
l'uso di pellicce e piume è spesso accompagnato dall'esigenza
di evidenziare potenziare il potere o la bellezza di chi
li indossa: si pensi all'ermellino dei manti regali o alle
preziose piume degli uccelli del paradiso nei copricapo
Maia e Atzechi.
SPECCHIO
DELLE MIE BRAME è di fatto il primo lavoro in cui
la forma antropomorfa è assoluta protagonista ma,
contrariamente a quello che l'immagine suggerisce, nega
la possibilità dell'esistenza. Ogni autoritratto
è accompagnato da una frase: ... se non fossi scontrosa
come un rinoceronte ...se fossi mite come un koala... se
non fossi come un asino che vola. Ogni autoritratto mi raffigura
con denti aguzzi e unghie affilate, postura quasi militare:
così quando evoco un difetto lo rafforzo, quando
richiamo un pregio dichiaro di non averlo, inoltre le frasi
sono spesso contrastanti e contraddittorie.
Lavoro da sempre sul limite tra il bello ed il brutto, il
bene ed il male, lo sgradevole e l'accattivante cercando
di sbiadirne i contorni già confusi. Mi incanto leggendo
frasi nei foglietti illustrativi dei farmaci, nelle istruzioni
per l'uso dei prodotti per la pulizia della casa: trovo
nella loro sintesi qualcosa di biblico. A volte sovverto
leggermente dei detti della sapienza popolare: se tutti
i mali non vengono per nuocere, faccio 365 disegni di tutti
i mali che vengono per nuocermi.
Le
volte che mi capita di leggere una ricetta di cucina, alla
scritta "...quanto basta", sobbalzo, e salto i
pasti, pensando che questo è il vero problema di
tutto. Credo che di tutti i miei lavori il motivo unificante
sia l'incanto...mi piace poter inculcare in chi guarda delle
sensazioni, insinuare dei dubbi dopo aver suonato un flauto
e, nonostante io non abbia remore romantiche, mi piace lavorare
sotto incanto. Non amo cucire, non so disegnare ne dipingere:
quando lavoro e uso questi mezzi lo faccio come se fosse
un caso di vita o di morte, come se fosse la fatidica domanda
da un milione di dollari (o, meglio, di euro). A volte penso
come mai mi sia messa in testa di seguire questa strada,
mi domando quanto il mondo abbia bisogno di artisti...
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