giornalediconfine.net

 

 

 

Giusy Nieddu, Il pensiero di Luigi Pareyson nella filosofia contemporanea

 

Giusy Nieddu, Il pensiero di Luigi Pareyson nella filosofia contemporanea, in "XÁOS. Giornale di confine", Anno II, N.2 Luglio - Ottobre 2003, URL: http://www.giornalediconfine.net/anno_2/n_2/17.htm

 

Il pensiero di Luigi Pareyson nella filosofia contemporanea. Recenti Interpretazioni, a cura di Giuseppe Riconda e Claudio Ciancio, Trauben 2000

"Le nuove generazioni di ricercatori che non sono stati direttamente suoi allievi" dialogano attorno alla dorsale del pensiero di Pareyson, constatandone la continuità interna e la ulteriore fertilità per il contemporaneo.

Eccetto la voce di dissenso di Giametta Sossio - "Libertà o non-fondamento è un mito deteriore della mitologia" (Sossio, p.190) - le speculazioni convergono sui grandi temi: primo fra tutti quello della Libertà, che vive la propria evoluzione nel processo formativo (per utilizzare un lessico pareysoniano!) della sua filosofia.
Nell'Estetica si incontrano Weiss, che attribuisce all'Ermeneutica un'origine estetica, Di Chiara, che attribuisce all'arte una costituzione morale, Russo, che coglie la analogia tra l'opera e la persona…come "auto-opera", Bagetto che trasporta fuori dell'estetica l'iniziativa del processo (di incarnazione) tra forma formata e forma formante.
Interpretano l'ermeneutica Weiss e Longo che oppongono alla ragione dimostrativa l'Andenken, nell'ermeneutica del mito, come Testimonianza dell'inesauribile, Russo, Sega e Ciglia.che riconoscono l'interpretazione come forma di conoscenza, mediata dall'ossimoro di recettività e attività, che Sega declina personalisticamente attraverso la Befindlichkeit, oltre Gadamer ed Heghel ("die Person spricht" e ancora: "Sein, das verstanden werden kann ist Form " (Sega, pag. 74) Il rischio del fallimento fa vibrare di insecuritas il tragico anche nell'ermeneutica (Ciglia e Sega).
La forma, pur circoscritta, esprime un infinito inesauribile; la verità ultima è la trascendenza divina abissale di Kierkegaard, Jaspers, Barth; la "vocazione universalistica" ha un carattere ontologico, oltre il conoscitivo, (tre le componenti: storico, personale, veritativo ontologico); la verità è sorgente (origine, scaturigine), germoglio ("rampollo"incessante), luce che per abbondanza acceca e si sottrae alla visione (Ciglia), (Furnari sottolinea la presenza senza figura dell'essere); la libertà della verità è di entrare e uscire dalle forme storiche (Ciglia). L'essere, in quanto potere di regolazione, non è di per sé un valore (Furnari).
Con Di Chiara pongono l'accento sull'etica Modica e Tomatis. La scelta etica è scelta come libertà ed è scelta di libertà (scelta di sé precisa Furnari): l'individuo (al tempo stesso originale e universale) è compito a sé (Modica); attraverso l'iniziativa, nel rapporto tra essere e liberta è salvata la persona (Di Chiara). Nell'esistenza coincidono antinomicamente autorelazione ed eterorelazione, tempo ed eternità, relazione ed irrelazione ed è l'irrelativo a porre la relazione. L'autotrascendenza morale muove lo scarto tra l'etica e l'esperienza religiosa (Tomatis); infatti un'etica autonoma non sarebbe in grado di perdonare (Furnari). Il salto mortale nell'abisso della fede è oltre il principio di non contraddizione o la mediazione, nella tensione di un paradosso che, nella libertà, rischia lo scacco (Scheitern) (Modica, Russo, Di Chiara). Tre livelli di etica: l'etica della scelta, (incentrata sulla persona), l'etica della testimonianza (l'ermeneutica) e l'etica della sofferenza dell'ontologia della libertà (Modica). Pareyson ripercorre la iniziativa come "poter dover essere " di Guzzo, che si incarna in attività, attraverso la abitudine che aderisce ad una norma, contemporaneamente perentoria e trasgredibile (Di Chiara). Il valore della morale è temporale, in quanto attualizzantesi nella storia e intemporale, in quanto atto della Libertà verso la trascendenza (Di Chiara); la Norma è scoperta, l'inventività riguarda la sua applicazione (Furnari): non che l'uomo crei essere e verità, ma li interpreta (Russo).
L'interpretazione in chiave etica dell'ermeneutica non oggettiva più un Dio-Valore-Persona, ma si converte in Testimonianza (Furnari).

"L'etica è possibile solo come ontologia della libertà" (Longo), non la Libertà senza fondamento cui è condannato il per-sé di Sartre, ma l'agostiniano: "ama et fac quod vis" (Furnari).
La Libertà radicale è libertà prima della Libertà (Dio-prima-di Dio), inizio non preceduto da Nulla…non dal Nulla attivo: il non-essere iniziale è "inerzia relativa all'essere-libertà" (p.121) (meontologia); l'essere-libertà, che è contatto col Nulla secondo un vincolo originario, nell'inizio sceglie per una possibilità che apre l'alternativa della vittoria del nulla (Longo): la libertà originaria situa il male..in Dio! (Furnari). L'essere si eventualizza al di fuori di una struttura metafisica: solo se c'è Dio c'è il male (Longo); la creazione è kenosis: autolimitazione (Weiss), l'origine è Abgrund, Ungrund, Dono-Evento che si consegna al mito (Sega): un "lasciar essere la realtà" (Weiss, Longo, Giametta). La libertà dell'uomo è libertà al consenso al dono, risposta all'appello dell'incommensurabile (Tomatis): il Tragico risiede anche in questa scelta…scelta della dialettica diadica di Kierkegaard, sostenuta dalla insecuritas (Furnari)…il faut choisir! (Sega). L'ambiguità dell'uomo interrompe il logos espiandosi nella sofferenza, che è inutile solo relativamente al singolo innocente, ma solidaristicamente colpevole della caduta-ribellione adamitica, sino alla consofferenza col redentore, nella theologia crucis (Russo, Furnari, Giametta, Bagnetto).

…ma se "il destino dell'uomo è l'espiazione" la filosofia della libertà non rischia di convertirsi in "sostanziale filosofia dell'illibertà"? problematizza Giametta; controbatte Weiss "Il Dio debole di Vattimo è forse più umano dello sconcertante Dio ambiguo e arbitrario di Pareyson, ma non comprende in sé la realtà del Male di Giobbe". Il tragico ribalta l'ateismo (Furnari, Russo, Weiss). L'ateismo deriva da un'erronea interpretazione della stessa tradizione teologica che trova inizio in Anselmo con un progetto di Ragione che riduce l'essere a quidditas (Weiss): "…ma quale fondamento? Nient'altro che una tensione" che è Apertura scaturita da mancanza (Furnari).

E' alla "tentazione del nostro secolo", quella del Nichilismo, che Pareyson, non condividendo la pars construens di Nietzsche (Di Chiara), ma neppure la morte di Dio, contrariamente ad Heidegger (Furnari), al di là del pensiero di fondazione deve dare una risposta: cercando una nuova "oggettività" eppure ulteriore (Bagetto)... "l'ermeneutica, connotata in senso tragico (scommessa di Pascal) diventa così l'antidoto" (Sega).


Interventi citatati

1. Sossio Giametta, Sull' Ontologia della Libertà.Il male e la sofferenza (179/191).
2. Martin Weiss, L'ontologia dell'inesauribile come superamento dell'ontologia della presenza. Aspetti estetici, gnoseologici e religiosi (91/108).
3. Alessandro Di Chiara, Introduzione all'etica (37/46). Autore di L'iniziativa.Il pensiero etico di Luigi Pareyson, Il Melangolo, 1999
4. Francesco Russo, Autorealizzazione e ambiguità dell'uomo (109/114). Autore di Esistenza e Libertà, Armando Editore, 1993
5. Luca Bagetto, Il processo della forma (157/164).
6. Rosaria Longo, La radicalizzaione della libertà nella originarietà della scelta (165/178). Autrice di: L'abisso della libertà, Franco Angeli 2000
7. Roberto Sega, Originalità e attualita dell'ermeneutica di Pareyson (69/89)
8. Francesco Paolo Ciglia, Sorgente germoglio e luce, la comprensione della verità nella ermeneutica pareysoniana della maturità (47/68). Autore di: Ermeneutica e libertà, Bulzoni 1995
9. Marianna Gensabella Furnari, Ai conini dell'etica: legge morale ed esperienza religiosa (125/156). Autrice di I sentieri della libertà, Guerini scientifica 1994).
10. Giuseppe Modica, L'etica di Kierkegaard secondo Pareyson (11/36). Autore di Per un ontologia della libertà, Cadmo 1980
11. Francesco Tomatis, Inizio e scelta (115/124).

In: AA.VV., Il pensiero di Luigi Pareyson nella filosofia contemporanea. Recenti interpretazioni, a cura di Giuseppe Riconda e Claudio Ciancio, Trauben 2000.