Quando
lo stupore (l'esito dell'atto del fotografare) coincide
con la meraviglia (l'esperienza del fruitore) ci troviamo
dinanzi allo scenario incantato dell'opera di Adriana Argalia.
Ma l'incanto si sfalda per trasformarsi in mostruoso; il
sogno si converte nel suo contrario col prezzo del mattino
o ribaltandosi in incubo. E' difficile rappresentare l'invisibile,
ma a volte, soffermandosi su di un'immagine, si ri-scoprono
e si scorgono forme segrete.
nn
Una
piccola finestra fa luce su di un angolo buio, nascosto,
inconfessabile
quell'angolo che continuamente viene
meno, l' Inafferrabile che ci avvolge, come, a volte, a
volerci consolare
o inquietare: il sentimento non
potrà essere comune visto che sono le immagini stesse
a chiedere di restare indefinite. Non è col pensiero
che si coglie ciò che non si lascia cogliere completamente;
in mezzo ai cascàmi in cui si celano domande irrisolte,
volti inquietanti ma vicini, ali spiegazzate e resti di
apocalittiche lotte, si ritrovano le "ombre dello Spirito",
rifugi del non-dicibile.
Ecco
che guardando delle foto ci si ritrova come di fronte ad
uno specchio liquido dove, ciò che ci sta dinanzi,
non è mai ciò-che-appare ma solo la presenza
di un'Assenza
(A.P., N.d.R)
CASCÀMI
di ADRIANA ARGALIA >>
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