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enrico ghezzi

Disabitare lo spazio
(hic manebimus optime)


Motto latino celebre che diventa subito ossimoro. Espresso e conservato infatti in lingua morta.
Un futuro rappreso.
Terra. Territorio.
Restare, costruire, conservare (fino all'impero e a tutti gli imperi, che si limitano a definire l'hic, nominandolo e rinominandolo).
All'opposto, la scorreria nomade, vento che passa sulla terra, spossessando ancor più che impossessandosi.


L'aria, lo spazio.
Guerre sempre più apofaniche, dall'alto. 'Spazio aereo'.
'Drones' (guerre stellari, di lucas o di reagan e certo di nessuno). L'aereo robot o mentale, vuoto, di benjamin e di wellesarkadin.
La macchina da presa senza l'uomo.

Lo Spazio.
Concetto radicalmente complesso che diventa nome, indicazione di territorio oltre il mondo (il mondo può finire per definizione, non così lo Spazio, che resta perfino se l'universo collassa) che definisce un campo riconoscibile del lavoro dell'espansione della conquista della sperimentazione e scoperta (tensione tra viaggi di sola andata e di solo ritorno nell'esplorazione spaziale).
Presupporre lo Spazio è già abitare l'infinito.
Un'altra situazione, né terrena né aerea, segna impensabilmente l'abitare, dall'odissea a melville a molti iflm di fantascienza.
La nave o astronave è il mondo stesso, il pianeta, sicuramente alla deriva in ogni istante, se non automaticamente naufrago (tra inquinamenti e entropie).
Abitare lo spazio infinito è maschera del disabitare il non(ancora)finito?.
Quale soggetto pineale si può ancora permettere di sentirsi abitare il corpo o la mente?
Quale gerarchia seguirà la ricerca dell'immortalità mediante il trapianto (ora del volto, ultime notizie)?
Il soggetto abitante sarà quel che resta da ultimo, o il non trapiantabile o appunto quel che non ha bisogno di abitare se non se stesso, disabitando e disabilitando lo spazio e l'infinito stesso?
Situazione più prefisica che metafisica, o allora semplicemente materia che riconosce se stessa. (Provare a pensarla è gesto automaticamente politico. Già ora, le arretratissime guerre territorialnazionali o ricchipoveri servono probabilmente a mascherare scontri in atto sempre più frattali e incontornabili, in lotte puramente mentali affettive economiche letteralmente 'senza quartiere').
Abitare/disabitare l'ovunque.
(E ricordare, con ritorno non necessariamente indietro, quali 'poveri' (poveri di cosa) 'possederanno la terra', nel discorso delle 'beatitudini').
(Dis)abitare (l') infinito (in quanto forma verbale)

 

* nota: da non pubblicare per ora -11.21 di sabato 30 luglio. scritta improvvisata allegata al titolo


 

enrico ghezzi, "Disabitare lo spazio", in "XÁOS. Giornale di confine", speciale spazidelcontemporaneo 2005,
URL:
www.giornalediconfine.net/spazidelcontemporaneo/enrico_ghezzi_abitare.htm

 
 
       
 

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